TREKKING IN SABINA
PROGRAMMA:
Gustosa, piacevole e sorprendente camminata nel bosco considerato sacro dall’antico popolo dei Sabini i quali veneravano la dea Vacuna, divinità delle acque e dei boschi… sacro anche per i cristiani poiché alcuni eremiti decisero di rifugiarsi in questi luoghi per ricercare il silenzio e la meditazione ! Andremo alla scoperta dell’eremo di San Leonardo e dell’eremo di San Michele Arcangelo, situati tra il territorio di Roccantica e quello di Monte S.Giovanni in Sabina, ed è un percorso di trekking adatto a tutti, sia per grandi che piccoli, di media difficoltà e con poco dislivello, che si snoda partendo dalla cittadina di Roccantica. Dal caratteristico borgo medievale ci inoltreremo da subito nel variopinto bosco di lecci, ginepri, corbezzoli, querce e faggi, costeggiando la famosa dolina carsica del Revotano, fino a raggiungere il primo eremo rupestre, quello di San Leonardo, incassato nella roccia a picco sulla valle sottostante. L’eremo, secondo alcune testimonianze, risalirebbe al VIII secolo d.C. che in quel tempo era posto sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Farfa. Saliti i gradini, vi troverete di fronte l’abitazione dell’eremita: due stanze minuscole ed un forno, forse un po’ di spazio per un orto. Di lato alla misera abitazione, la grotta: una cavità carsica che chissà quali altre creature, umane o animali, e quali altri culti, avrà accolto nei millenni precedenti l’arrivo dei primi eremiti. Al suo interno, gli eremiti hanno costruito un ciborio che accoglieva un altare e poi, scavati nella roccia, rudi sedute. Davanti al ciborio, sul limitare della grotta, un pozzetto d’acqua (interessante capire come sia stato realizzato e come si alimenti). Si racconta che quell’acqua era ritenuta miracolosa, comunque giustamente sacra per il luogo in cui si trova. Nell’eremo di San Leonardo sono ancora visibili gli affreschi del 1450 ad opera del pittore Jacopo da Roccantica, ritraenti San Leonardo e Santa Caterina d’Alessandria, purtroppo deturpati dalla mano dell’uomo e dall’incuria ! Terminata la visita all’eremo proseguiremo il percorso immergendoci nuovamente nei boschi per poi arrivare al secondo eremo rupestre, quello di San Michele Arcangelo, anch’esso incastonato in una grotta. Il sentiero ci porterà ad un piccolo pianoro posto sotto una ripida parete rocciosa, ai bordi del quale sommersi dalla vegetazione, ci sono i resti delle case dei frati dell’eremo, al quale si accede attraverso una ripida scalinata scavata sul fianco della montagna che conduce sino al piccolo terrazzo antistante la grotta (80 scalini scavati interamente nella roccia). Il piccolo e suggestivo santuario era già tempio dedicato alla dea Sabina (al suo interno era presente una statuetta, una figura femminile scolpita in una stalattite, scomparsa da 25 anni perché trafugata, identificata come l’immagine della dea Vacuna) e poi eremo dei primi monaci cristiani. La cristianizzazione della grotta è strettamente collegata ad una leggenda, che racconta come, nel IV secolo d.C., la zona venne devastata da un drago il quale trovò rifugio nella grotta. Papa Silvestro, pregando una notte sul Monte Soratte, vide due angeli accompagnati da fulmini scendere dal cielo per sconfiggere il drago. Il santo si recò alla grotta e la consacrò a S.Michele. Nella grotta c’è un altare sovrastato dal ciborio, costituito da due colonne e rivestito da due strati di affreschi. Sull’archivolto del ciborio il busto del Cristo che è circondato dai simboli apocalittici dei 4 evangelisti, mentre sul fondo della lunetta, al di sopra dell’altare, si trova l’immagine della Madonna con il Bambino. Sulla fronte del ciborio è affrescato l’Agnus Dei con ai lati le immagini dei profeti che si inchinano reverenti. Sulla parete della Grotta ci sono degli affreschi che rappresentano la Vergine Maria e San Michele con la sua corazza dorata. Sulle pareti, inoltre, si notano concrezioni di vario tipo, formate dal depositarsi del carbonato di calcio che l’acqua infiltrata ha portato con sé attraverso le pareti calcaree, e che si è depositato nei punti in cui, lo stillicidio delle gocce succedutesi nei secoli, ha dato vita a formazioni di stalattiti e stalagmiti. Durante l’escursione tra i due eremi sosteremo per il pranzo, dove vi preparerò una gustosa polenta cucinata rigorosamente alla brace con la legna del bosco e condita con pomodoro, salsicce, olive taggiasche e pecorino… il tutto sarà accompagnata anche da bruschette con olio nuovo sabino con pomodori e mortadella, dolcetti artigianali e l’immancabile vinello rosso locale.
DATI TECNICI ESCURSIONE:
Difficoltà: media (E) sentiero escursionistico
Google Maps ritrovo https://goo.gl/maps/mVzrn1eyLen
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Organizzatore
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